suicidio sul Castiglioncello express




(su suggerimento di Claudio ho pubblicato la cronaca della nostra disavventura di ritorno dal mare domenica 6 luglio)


Domenica è successo questo:

arriviamo in stazione a Castiglioncello per prendere il treno di ritorno a Pisa/San Miniato ma il treno previsto per le 18:00 circa è stato soppresso poichè dovendo arrivare fino a Genova quel treno sarebbe rimasto in viaggio fin oltre l'orario di inizio dello sciopero, ossia le 21:00. Pertanto i cervelloni delle Ferrovie dello Stato (di merda) hanno appunto pensato bene e intelligentemente di non farlo partire proprio. Il primo treno utile era previsto alle 19:56, più o meno, se nonchè alcuni ragazzi, anche loro nelle nostre condizioni, ci hanno suggerito il percorso alternativo proposto dal sito di Trenitalia (dovete sapere che alla stazione di Castiglioncello non c'è la biglietteria però c'è una postazione internet perennemente collegata al sito delle ferrovie): bisognava prendere il treno che di lì a pochi minuti ci avrebbe portato a Cecina (quindi più lontano dalla nostra meta) e da Cecina prendere il treno diretto, credo che fosse un intercity, che ci avrebbe portato a destinazione; tutta questa manovra perchè ovviamente questo treno non fermava a Castiglioncello. Quindi si decide questa opzione. Giunti a Vada, stazioncina ridente dove non ci vanno a cacare nemmeno i cani randagi e che se ti succede qualcosa ti ritrovano dopo tre giorni forse ancora agonizzante, viene annunciato che il nostro treno e tutti quelli in transito nei due sensi su quella linea subiranno dei ritardi di almeno un'ora per via dell'investimento di un uomo sui binari avvenuto nel tratto tra Vada e Cecina appena pochi minuti prima. Siamo scesi dal treno e abbiamo iniziato ad aspettare e a chiedere ai controllori che ne sapevano meno di noi che cosa bisognava fare. Ovviamente non erano previsti pulman sostitutivi. Dopo tre quarti d'ora d'attesa il ritardo previsto era sempre di un'ora per accertamenti della polizia o organi competenti, e l'unico contatto con la civiltà era rappresentato da un pulmino che faceva la spola tra la ridente stazioncina sperduta nel nulla e la cittadina di Vada. Mauro esasperato dall'attesa ha carpito dall'autista del pulmino l'informazione che da Vada partivano i pulman di linea per Livorno e poi ... Si prende il pulmino, ci fanno scendere alla fermata del pulman per Livorno il quale dopo pochi minuti arriva stracolmo di gente, ma nonostante ciò si sale e soprattutto si parte. Essendo più pieno di un uovo il pulman alle varie fermate si fermava solo per far scendere la gente e non per farla salire! Giunti a Castiglioncello non si è proprio fermato al che abbiamo pensato con sollievo: "che culo!!! se fossimo rimasti a Castiglioncello ad aspettare non saremmo saliti nemmeno su questo pulman della speranza!!!".
Insomma alla fine tra code e patemi d'animo giungiamo a Livorno. Noi ovviamente dovevamo prendere il primo treno utile per Pisa/San Miniato ma il pulman dalla stazione non ci passava nemmeno lontanamente, nonostante i tentativi di corruzione per far deviare il tragitto al conducente. Insomma ci scaricano tutti in piazza Grande a Livorno e da lì camminatina di oltre venti minuti a passo sostenuto verso la stazione. C'è da dire inoltre che nel lasso di tempo tra Vada e il tragitto verso Livorno Mauro era in costante contatto con Marco che su internet verificava la disponibilità dei treni. Comunque affannati arriviamo alla stazione, i treni avevano subito tutti dei ritardi e quello che siamo riusciti a prendere, per pochi istanti, era un pendolino per Genova che però, sempre per via dello sciopero, terminava la sua corsa a Pisa. Insomma saliamo in fretta e furia su questo treno e finalmente si parte alla volta di Pisa. Qui giunti il problema di raggiungere casa sussisteva ancora per Mauro e Irene poichè l'unico treno per Firenze utile prima dello sciopero ovviamente era un diretto e a San Miniato si guardava bene dal fermarsi. Unica soluzione era di accompagnarli con la nostra auto e così fu. Per questo passaggio siamo stati ripagati con una lauta cena innaffiata da abbondante vino, grazie Mauro e Irene. Lunedì ho letto il tirreno per cercare notizie dell'investimento, e la storia è questa: un gioielliere di Volterra ha parcheggiato l'auto presso un pilone della ferrovia che tra Vada e Cecina a quanto pare è sopraelevata. Alla macchina erano agganciate due biciclette quindi evidentemente il signore era in zona per vacanza. Comunque questo tizio si è arrampicato fino a raggiungere il piano dei binari e si è appostato dietro a dei cespugli e delle canne in attesa dell'arrivo del primo treno. Quando il treno è arrivato è uscito fuori da dove era nascosto e ha poggiato la testa su una delle rotaie. Il macchinista l'ha visto per tempo e ha iniziato a suonare e ad azionare i freni ma un treno in corsa non si ferma in pochi istanti e il tizio con la testa sulla rotaia non si è mosso di un centimetro... tutti i treni hanno subito ritardi di almeno due ore.

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